Se depositare in banca il denaro non rendesse nulla, tanto varrebbe metterlo sotto il mattone, come facevano i nostri bisnonni! Invece tenere i soldi in banca, al netto dei costi di gestione del conto corrente e del conto deposito, rende sempre qualcosa: gli interessi. Anche se non si tratta di rendimenti stratosferici, chi desidera avere il denaro sempre pronto all’uso e con una piccola rendita senza rischi, nel conto corrente e deposito trova sicuramente lo strumento che fa per lui. Gli interessi bancari sono dunque la remunerazione che il correntista trova per aver depositato le proprie somme in banca. Dal punto di vista di quest’ultima, gli interessi sono il costo pagato per avere i soldi dei correntisti in prestito per i propri investimenti, ovvero il compenso versato ai detentori di conto corrente per aver messo la propria liquidità a disposizione della banca. Gli interessi bancari si differenziano in attivi e passivi. Con interessi attivi si intendono quelli descritti, ovvero gli interessi corrisposti dalla banca ai correntisti per aver ricevuto in deposito il loro capitale sul conto corrente o sul conto deposito, e si indicano, solitamente, con una percentuale.

Meglio sempre affidarsi a persona esperta  Tasso d’interesse

Gli interessi passivi sono invece quelli che i clienti devono corrispondere alla banca in caso stipulino con essa un contratto di mutuo o un prestito, e si individuano di solito con TAN e TAEG. Per calcolare gli interessi attivi, che tipicamente vengono applicati a conti correnti e conti deposito, bisogna prima tener presente che l’interesse può essere semplice (ovvero una percentuale sul capitale corrisposta alla fine di un periodo di tempo) o composto (ovvero l’aggiungersi progressivo degli interessi al capitale, che fanno maturare nuovi interessi). Inoltre bisogna distinguere, nel caso del conto deposito, se questo sia vincolato o meno. Nel caso di conto deposito non vincolato, infatti, il tasso di interesse resta quello base, quale che sia la lunghezza del tempo durante il quale decidiamo di mantenere ferme le nostre somme. Se si tratta invece di un conto vincolato, il tasso di interesse applicato varierà a seconda di quanto tempo scegliamo di mantenere depositato il nostro denaro (ad esempio può essere lo 0,5% per un deposito di sei mesi, l’1% per un vincolo di un anno, l’1,5% per due anni e così via).

Ci si dovrebbe rivolgere alle finanziarie solo in caso di necessità Tasso d’interesse

E’ semplicemente la moltiplicazione del capitale per il tasso di interesse  annuo per il numero di anni sui quali effettuiamo il conteggio, o lungo i quali dura il vincolo. Gli interessi bancari possono essere suddivisi in attivi e passivi e rappresentano il compenso dovuto per aver ricevuto una somma di denaro. Nel caso di conti correnti e conti di deposito, la banca corrisponde al correntista interessi bancari per aver ricevuto in deposito un capitale che può essere utilizzato per operazioni finanziarie. Questo è il caso degli interessi attivi, solitamente maggiori nel caso di conti di deposito rispetto ai conti correnti, a fronte delle operazioni finanziarie che la banca effettuerà con il capitale investito dai correntisti. Gli interessi passivi invece rappresentano un costo e sono gli interessi dovuti nel caso di prestiti, mutui e finanziamenti: sono gli interessi pagati dal cliente all’istituto di credito che ha erogato la somma richiesta.

Link Utili:

Una definizione dell’argomento Finanziamento  data dalla famosa enciclopedia on line. (Wikipedia)